Modulazione dei neurotrasmettitori eccitatori e inibitori in seguito all’attività fisica

Al giorno d’oggi diverse prove sostengono l’ipotesi che l’attività fisica moduli il metabolismo cerebrale sia a livello corticale che subcorticale. Studi sull’uomo hanno dimostrato che l’attività fisica porta ad un aumento generalizzato dell’ampiezza dell’elettroencefalogramma in termini di frequenze e ad un aumento globale del metabolismo in termini di carboidrati, tuttavia non tossico. Cosa significa? Vuol dire che una maggiore attività energetica del cervello porti ad una maggiore sintesi di neurotrasmettitori e di amminoacidi, in particolare glutammato e GABA. In questo articolo sono stati condotti vari esperimenti di risonanza magnetica protonica su dei volontari durante l’attività fisica, in modo da monitorare l’attività cerebrale durante la pratica e quindi tenere traccia delle aree attivate e del metabolismo in funzione (≥80% della frequenza cardiaca massima prevista). I risultati hanno mostrato che i segnali di risonanza sia del glutammato che del GABA aumentavano significativamente nella corteccia visiva dopo l’esercizio. E’ stato ulteriormente dimostrato un aumento simile del glutammato dopo l’esercizio in una regione esecutiva, la corteccia cingolata anteriore.

La corteccia cingolata anteriore (ACC, anterior cingulate cortex) è la parte della corteccia cerebrale situata nella regione superiore della superficie mediale ( interna ) dei lobi frontali, sopra il corpo calloso. La corteccia cingolata è la sede di elaborazione, a livello inconscio, i pericoli ed i problemi cui un individuo è soggetto nel normale decorrere delle proprie esperienze. Inoltre, è stato che una maggiore attività fisica durante la settimana precedente prevede livelli più alti di glutammato a riposo. Complessivamente, i risultati sono coerenti con un’espansione indotta dall’esercizio dei pool corticali di glutammato e GABA e aumentano la comprensione dello stato cerebrale specifico associato all’attività fisica. Una comprensione più completa di questo stato cerebrale può rivelare importanti informazioni sui meccanismi alla base degli effetti benefici dell’esercizio fisico nei disturbi neuropsichiatrici, neuroriabilitazione, invecchiamento e cognizione.
L’obbiettivo di questa ricerca era quella di testare l’ipotesi di fondo che vede nella letteratura neurobiologica una sostanziale differenza tra il cervello delle persone sedentarie e il cervello delle persone in movimento. Questo tipo di cambiamento, se così vogliamo dire, o upgrade dell’organo umano è dovuto al fatto che molti dei neurotrasmettitori di cui dispone il cervello e appunto le cellule cerebrali si trovano in uno stato e in una concentrazione differente nelle persone allenate rispetto a quelle non allenate. L’ipotesi è stata ritenuta importante dagli autori dello studio, che hanno voluto in qualche modo testarne una piccola porzione ( sia chiaro, questo articolo non è esaustivo in materia ).

Per questo test sono stati scelti dei marker biologici nel GABA e nel glutammato ed è stata testata la concentrazione ( tamite un metodo di risonanza spettrografica ) degli stessi dopo un bout di esercizio fisico intenso.
Ci sarebbero moltissime altre discriminanti da tenere in considerazione. Infatti lo studio presenta una grandissima mole di domande e apre molti scenari per eventuali risposte che dovranno essere date. In questo caso
però possiamo dire che tra i risultati, che possono essere riassunti in un grafico.
Dal momento che non possiamo mostrarvi il questo plot, dato che l’articolo è a pagamento, vi riassumiamo ciò che è stato osservato:
dopo l’attività fisica, le persone avevano un pool di neurotrasmettitori ( e.g. GABA e glutammato ) più alto rispetto ai sedentari.
L’importanza di questo studio, seppure sia una prova molto piccola, non è da sottovalutare per le implicazioni a lungo termine che potrebbe avere sulla ricerca di settore.

C’è anche da dire, che lo zelo degli autori è stato sostanziale. Infatti le misurazioni sono state effettuate in due modalità differenti, che non ci premuriamo di descrivere in questo breve articolo dal momento che esulano dalle competenze di chi vuole solo informarsi, e il risultato è stato praticamente uguale per entrambe.
Tenere in considerazione quanto l’attività fisica possa fare a livello cerebrale non è da sottovalutare in nessun caso, specialmente perché a lungo andare gli effetti cronici dell’allenamento si moltiplicano in maniera esponenziale e portano benefici inaspettati.

Referenze

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26911692

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