Ma voi ricordate sempre tutto? Non vi capita mai di perdere il filo dl discorso? O magari di non trovare le parole giuste o sinonimi adeguati?
Molto spesso condizione trascurata, ha un vero e proprio nome: disnomia afasica.
E’ la classica situazione in cui, intavolando un discorso, non riusciamo poi a trasferire il messaggio in modo diretto ed esauriente per il semplice fatto che, utilizzando delle parole non del tutto adatte, ci arrampichiamo farraginosamente sugli specchi, facendo fatica a chiudere il discorso. Questo comporta inefficacia del messaggio da trasferire, imbarazzo in chi parla e in chi ascolta, perdita di attenzione dell’interlocutore e sfiducia del locutore.
Mi è capitato di ascoltare persone che da grandi oratori e padroni del loro pensiero e linguaggio, hanno poi col trascorrere del tempo perso il loro “dono”. Diversamente da chi si allena leggendo, imparando e ripetendo, queste persone hanno avuto un vero e proprio “decadimento” cognitivo per cui concentrazione, velocita di pensiero e memoria a breve termine risultano compromesse. Confesso che anche io, che iniziai la mia carriera universitaria studiando legge per via delle mie qualità oratorie, mi sono trovato altamente in difficoltà all’età di 35 anni. Dopo aver assunto un medicinale (per l’esattezza la finasteride) per bloccare la caduta dei capelli, qualcosa in me cambiò.
In che senso? A seguito di numerose ricerche scientifiche ho trovato in letteratura quello che già sapevo e intuivo grazie ai miei studi. La finasteride incide notevolmente a livello del sistema limbico cerebrale (sistema emozionale) alterando il tono dopaminergico e adrenergico (ormoni importanti per l’appagamento e proattività) e riducendo il Dht (potente androgeno) innesca una serie di ripercussioni negative sulla corteccia prefrontale cerebrale (interconnessa con strutture coinvolte nella memoria, regolazione delle emozioni e rinforzi, sia positivi che negativi).
“Lesioni a carico della corteccia prefrontale o inefficienza dei neurotrasmettitori in questa area, portano al manifestarsi di sindromi disecutive, ovvero deficit a carico delle funzioni esecutive, quali perdita di iniziativa, apatia, lentezza nell’iniziare azioni, comportamenti di perseverazione, risposte emozionali ridotte. Se ciò non bastasse possono invece manifestarsi disinibizione, euforia, impulsività e deficit a livello cognitivo, come disturbi a carico della memoria di lavoro, deficit di pianificazione, incapacità di usare strategie e perdita dell’attenzione.”
Non solo i medicinali possono interferire su questa zona ma anche l’invecchiamento biologico e turbe mentali (sindromi depressive). Alla base infatti di queste due situazioni, si registra sempre un appiattimento delle sostanze necessarie che mantengono attivo e vigile il sistema cerebrale e le sue sfaccettature: cognitive e psicologiche.
Come possiamo infatti raggiungere un ambizioso progetto di vita se non abbiamo la benzina per ricavare energia? Il ruolo fondamentale di un allenamento ad hoc finalizzato alla creazione e riattivazione delle sinapsi cerebrali ci aiuta a potenziare i processi cognitivi e a consolidarli nel tempo grazie alla stimolazione di ormoni specifici: testosterone, adrenalina e dopamina.
La combinazione di esercizi specifici di coordinazione ed allenamenti ad alta intensità, migliorano sensibilmente le potenzialità del nostro cervello e la nostra forma fisica.
Referenze:
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0306453018305067
https://link.springer.com/article/10.1007/s11930-018-0161-6
https://www.researchgate.net/publication/308996540_Exploring_the_neural_mechanisms_of_finasteride_A_proteomic_analysis_in_the_nucleus_accumbens
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26646518
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4064044/