Come ben sappiamo, l’attività fisica regolare è collegata con un aumento dell’attività neurotropica nel cervello già sviluppato e anche in quello in fase di sviluppo. Questo vuol dire che muoversi e praticare attività anche di diverso tipo, può migliorare le funzioni cognitive e la plasticità neurale. Queste implicazioni sono conosciute ormai da tempo, però oggi analizziamo uno dei primi articoli che ha suggerito una correlazione concausale tra livello di fattori neurotropici nel sangue derivati dall’attività fisica e predizione delle performance cognitive, negli adolescenti. Recenti scoperte hanno suggerito che l’esercizio aerobico può avere un effetto positivo sul funzionamento del cervello, oltre ai suoi ben noti effetti benefici sulla fisiologia umana. Questo studio ha confermato gli effetti cognitivi dell’esercizio aerobico sul cervello umano. Ha anche esaminato le relazioni tra esercizio e livelli sierici di fattori neurotrofici (BDNF, IGI-1 e VEGF). Questo studio è stato importante anche per il suo numero di partecipanti, che lo rende sicuramente più che valido come prova empirica. . Gli atleti hanno ottenuto risultati significativamente migliori rispetto ai non allenati sui parametri di funzionamento frontale e temporale misurati. Questo benefico effetto cognitivo era specifico per regione perché non si osservava un tale effetto cognitivo positivo sul funzionamento occipitale del compito. Per quanto riguarda i livelli sierici dei fattori neurotrofici, è stata rivelata una correlazione negativa tra fattori neurotrofici (BDNF e VEGF) con funzione del lobo frontale e mediale-temporale. Inoltre, i livelli di BDNF e VEGF interagivano con lo stato di esercizio nel predire la funzione del lobo frontale e temporale. Questo è il primo rapporto degli effetti di interazione di esercizio e fattori neurotrofici sul funzionamento cognitivo. Questi effetti benefici sono specifici per regione e sono associati ai livelli sierici di fattori neurotrofici.
Gli autori aprono lo studio con un’introduzione veramente interessante e onnicomprensiva di molto di quanto è stato pubblicato sull’argomento nel settore a riguardo; una delle linee più interessanti è quella che gli studi nel settore sono contraddittori, insomma, c’è allo stato attuale ( che è il 2014 ) una diatriba in corso ancora, a livello scientifico, tra studi che che dimostrano una correlazione positiva tra esercizio e fattori neurotropici e altri invece che dimostrano una correlazione negativa.
Quello che si prefiggevano gli autori di questo studio, non era tanto chiarire questa correlazione, ma cercare una doppia correlazione: innanzitutto bisognava trovare una correlazione positiva tra esercizio fisico e livelli di fattori neurotropici all’interno del sangue, e allo stesso tempo una correlazione tra fattori neurotropici e prestazioni cognitive. Sebbene gli autori stessi hanno, alla fine dell’articolo, spiegato più volte come questa loro ricerca possa essere considerata come pilota nelle indagini su questo argomento, che sono di un’importanza enorme, è comunque interessante capire i risultati.
Come campione sono stati presi novantuno adolescenti. Essendo uno studio retrospettivo, sono stati divisi i campioni in base all’esposizione che hanno avuto all’attività fisica. Quindi quaratacinque nel campione di adolescenti che si allenano con regolarità e altri quarantasei nel campione di quelli che non si allenano con regolarità.
I risultati sono stati promettenti, e hanno dimostrato una buona correlazione tra attività fisica regolare, livelli plasmatici di fattori neurotropici e performance cognitive che sono state misurate con diversi test operativi ( che sono elencati nello studio e non vengono citati qui per una questione di ridondanza ).
Ciò che è interessante in questo studio è capire l’implicazioni che potrebbe avere l’attività fisica nella fase dello sviluppo degli adolescenti; quanto è veramente importante per l’essere umano come specie e ancor di più per gli individui in fase di sviluppo praticare in modo importante attività fisica? Abbiamo oggi le risposte a questa domanda, ma sembriamo non comprendere a pieno quella che è la reale motivazione dietro questo tipo di verità: si, è importantissimo praticare attività fisica a tutte le età, ma quanto? Cosa potrebbe comportare non praticare per niente attività fisica? Quanto influisce questo fattore? Intanto ci godiamo i risultati di questo studio e ragioniamo su questa importante criticità.
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