L’ipotalamo è il centro di connessione per eccellenza tra emozioni e reazioni fisiologiche e infatti esso fa parte del sistema limbico (sistema emozionale) ricoprendo il ruolo di organo che esegue gli ordini.
E’ una ghiandola così piccola e così potente che si avvale, attraverso un peduncolo, di un altro piccolo organo al quale è strettamente collegato: l’ipofisi.
Ci sono delle strade particolari che vengono percorse dagli ormoni affinchè raggiungano altri organi\ghiandole che producono altri specifici ormoni per coordinare tutto il metabolismo corporeo.
Il nostro sistema endocrino è proprio rappresentato da questi 2 piccoli apparati che interagiscono l’un con l’altro in modo efficientissimo.
Una via diretta che permette di stimolare celermente queste ghiandole è rappresentata dalla reazione di paura del pericolo imminente. Infatti chi non ha mai sperimentato il battito cardiaco accelerato? Il sudore freddo? I muscoli tesi e pronti a reagire? La respirazione corta ed accelerata? Ciò accade maggiormente se l’evento è estemporaneo come ad esempio un animale che attraversa di colpo la strada, una caduta accidentale, un’auto che schiviamo, un bicchiere che sta per cadere….e via di seguito.
Tutto ciò è dovuto ad una iperstimolazione ormonale che vede un’ interazione velocissima tra cervello, sistema nervoso (simpatico) e un organo (il surrene) il quale secerne la sostanza principale di questo processo: l’adrenalina. Per l’esattezza si ha una stimolazione dell’adrenalina per l’80% e la noradrenalina del 20% circa. Se la condizione perdura nel tempo e dunque si protrae, entrano in gioco altri ormoni tra cui il cortisolo chiamato ormone dello stress.
Ma attenzione, è proprio lo “stress” che attiva i maggiori sistemi ormonali, l’importante è che sia uno stress positivo e come dico sempre “rigenerativo” e non sia negativo e dunque “degenerativo”. Ambedue i sistemi alterano il tono del sistema limbico e attivano l’ipotalamo a secernere ormoni ma siamo noi ad attribuire, il peso, l’intensità, l’importanza alle emozioni che viviamo così da determinare se l’evento stressogeno sia fruttuoso o deleterio.
Gli ormoni sono classificati in base alla loro caratteristica biologica e vengono divisi in questo modo:
ormoni derivanti da un aminoacido, ormoni peptidici e proteici e ormoni steroidei.
Anche se estremamente interessante analizzare ognuno di questi, mi soffermerò ad esaminare solamente quelli coinvolti nelle relazioni mente-corpo. Gli eventi emotigeni positivi stimolano oltre ai fondamentali neuroormoni cerebrali quali adrenalina e noradrenalina, anche indirettamente i principali ormoni steroidei. Gli ormoni steroidei hanno questo nome in quanto il nucleo fondamentale è costituito dallo sterano (composto organico) e sono prodotti dal testicolo, dalle ovaie e dal surrene.
–Androgeni (i principali):
- Testosterone
- Deidropiandosterone (DHEA) Deidrpiandosterone solfato (DHEAS-S: chiamato anche ormone della giovinezza)
- Diidrotestosterone (DHT) come parte biologia attiva della trasformazione del testosterone.
–Estrogeni:
- 17 Beta-estradiolo
–Glucocorticoidi:
- Il cortisolo (prodotto dalla parte corticale della ghiandola surrenale)
Tutti gli eventi quotidiani che ci sottopongono a stress, attivano il circuito emozionale e tanto quanto sono duraturi e deleteri tanto sarà ad esempio l’incremento del cortisolo. In giuste quantità ci aiuta a reperire energia per far fronte alle contingenze ma se secreto in eccesso potrebbe addirittura abbassare le nostre difese immunitarie e ridurre la produzione del testosterone ormone fondamentale negli uomini quanto per le donne per mantenere alta la qualità della vita. Al contrario eventi fisici (allenamenti intensi di giusta durata ad esempio) o stress emozionali positivi (pensieri felici, raggiungimento degli obiettivi), pur turbando il medesimo sistema emozionale, diverse zone vengono attivate promuovendo questa volta l’aumento del testosterone e della dopamina con risvolti bene
Refrenze:
Adams, R. D. e Victor, M., Principi di neurologia, 5ª ed., McGraw-Hill, 1994, ISBN 88-386-2033-4.
Vittorio Bianchi, Longevity: il segreto degli ormoni. Effetti sulla salute e sulla prestazione fisica, OM, 2017