Associata sia alla morbosità che alla mortalità, la depressione è un grave problema di salute pubblica in tutto il mondo ed è caratterizzata da umore abbassato, perdita di capacità di provare piacere, maggiore senso di inutilità, stanchezza e preoccupazione per la morte e il suicidio.
È noto che livelli più elevati di attività fisica riducono la morbilità e la mortalità, ma l’impatto sulla depressione non è chiaro. La maggior parte degli studi che hanno indagato questa correlazione sono caratterizzati da un design povero, che non si presta sicuramente ad alcun tipo di interpretazione. Nell’articolo che trovate in fondo, gli autori hanno chiarito questo tipo di associazione concludendo che l’attività fisica è infatti protettiva nei confronti della sindrome depressiva. Capiamo però come.
Nell’introduzione e nell’abstract dell’articolo ci vengono spiegate le motivazioni della scelta di voler condurre questa nuova indagine ( che a mio avviso è stata condotta in maniera magistrale ) e del perché si è resa necessaria in letteratura. Si accenna a come, fino a quel momento, in letteratura ci fossero due filoni contrastanti in un certo senso, per quanto riguarda I dati che avevano portato in merito alla correlazione tra attività fisica e depressione; togliamo subito di mezzo l’elefante nella stanza e diciamo che nessuno studio ha mai suggerito una relazione diretta tra le due: vuol dire che nessuno studio ha mai suggerito che l’attività fisica aumenti l’incidenza o la prevalenza di sindrome depressiva in qualsivoglia popolazione. Tuttavia, dal momento che la mole di studi a disposizione non potevano — almeno secondo gli autori in questione — considerarsi esaustivi, hanno deciso di portare in campo questo studio. La ricerca ha avuto una durata di cinque anni, che come sappiamo inizia a configurarsi come un record: sono rari gli studi che seguono e hanno i mezzi di seguire gruppi di persone per così tanto tempo, quindi sicuramente meritano una grandissima fetta della nostra gratitudine per questo.
Passando ai risultati, volendo sorvolare sulla metodologia per non entrare troppo in un discorso tecnico che non è lo scopo di questo articolo, possiamo vedere dei dati sicuramente promettenti.
I tassi di incidenza e prevalenza della patologia depressiva sono ridotti dalla pratica di attività fisica costante, cosa che viene chiaramente dimostrata dallo studio. La riduzione di questi tassi si configura in maniera abbastanza importante ( per consultare i dati, fare affidamento ad una visione d’insieme consultando lo studio in questione ).
E’ importante capire cosa significhi che la prevalenza e l’incidenza vengono ridotte dall’attività fisica: significa che persone già affette da sindrome depressiva hanno visto una recessione della stessa nel tempo dei 5 anni di follow up.
Lo studio è stato effettuato a partire dal 1994 fino al 1999, data di terminazione della raccolta dati; la pubblicazione è avvenuta nel 2002. Questo ci fa capire come alcune importanti scoperte e consapevolezze scientifiche necessitino del lavoro costante e incessante di scienziati che hanno una passione indomita per la scoperta.
Sicuramente questo articolo è stato una delle varie pietre miliari nella lotta contro la sindrome depressiva, utilizzando l’arma dell’attività fisica.
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