Plasticità cerebrale, resistance training e il loro collegamento

Mantenere la plasticità funzionale della corteccia è essenziale per un invecchiamento sano e l’esercizio aerobico può essere un efficace intervento comportamentale per promuovere la plasticità funzionale tra gli anziani. Se l’allenamento di resistenza ha vantaggi simili sulla plasticità funzionale in questi ultimi è comunque poco chiaro. L’articolo che cito ha dimostrato che 12 mesi di allenamento di resistenza bisettimanale hanno portato a cambiamenti funzionali in 2 regioni della corteccia precedentemente associate a processi di inibizione della risposta – la porzione anteriore del giro temporale medio sinistro e l’insula anteriore sinistro che si estende nella corteccia frontale orbitale laterale – in donne anziane che abitano in comunità. Questi effetti emodinamici si sono verificati in concomitanza con il miglioramento delle prestazioni del compito. I dati suggeriscono che l’allenamento di resistenza ha migliorato le prestazioni del compito di flanker in 2 modi: (1) un maggiore coinvolgimento dei processi di inibizione della risposta quando necessario; e (2) una diminuzione della tendenza a preparare l’inibizione della risposta come stato predefinito. Tuttavia, è stato evidenziato che questo effetto dell’allenamento di resistenza è stato osservato solo tra coloro che si sono allenati due volte alla settimana; i partecipanti all’allenamento di resistenza settimanale non hanno dimostrato profili di risposta comparabili, sia nella prestazione comportamentale che nell’attività emodinamica nella corteccia. L’esperimento a riguardo era un randomized controlled trial in gergo. Cosa intendiamo per randomized controlled trial? per chiunque non si intenda di ricerca scientifica, come randomized controlled trial s’intende un esperimento clinico in cui si osserva l’effetto di una particolare medicina ( in questo caso l’esercizio fisico ) su determinati parametri biologici o su determinate capacità dell’individuo come in questo caso. Quello che interessava sapere agli autori in questo caso, era se l’esercizio con i pesi potesse influenzare la plasticità funzionale cerebrale nei soggetti anziani.
Il lavoro di ricerca è interessante e fatto molto bene. Già dai criteri di selezione dei campioni si capisce che si cerca un riferimento preciso ad una certa popolazione di indagine. Nell’esposizione dei metodi vengono ad esempio fatti notare i criteri di esclusione: vengono non ammesse allo studio persone che hanno storia di depressione, persone che praticano già resistance training, e persone che hanno subito dei traumi sia fisici o psicologici ( tra gli altri criteri ); questo per il semplice motivo che bisogna cercare di standardizzare al meglio il quadro neurotropico della popolazione, in modo che non ci siano dei valori anomali che possano produrre dati falsati; per dirlo in parole povere, significa che stavano cercando di evitare soggetti con condizioni che avrebbero potuto pregiudicare in negativo l’esito delle misurazioni.
A questo punto è partito il follow up, quindi i dodici mesi di esposizione all’esercizio fisico. Ricordiamo che studi di una certa durata sono un’ottima fonte di informazione, specialmente se condotti in una maniera adeguata. Riescono a dare una visione complessiva dei benefici a lungo termine derivanti dall’esposizione a determinati fattori.
Per quanto riguarda l’efficacia a livello di fitness, il resistance training ha provocato dei miglioramenti maggiori nel gruppo che ha effettuato due allenamenti a settimana rispetto a quello che si è allenato solamente una volta a settimana. C’era anche un gruppo che effettuava una classe di allenamento nell’equilibrio, che ha avuto dei miglioramenti per quanto riguarda l’incidenza di cadute nel corso dei mesi dell’intervento.
Per quanto riguarda la plasticità neurale invece, il gruppo che ha effettuato due allenamenti in resistance training a settimana, ha avuto la maggiore risposta, riducendo in modo importante l’inibizione dei tempi di risposta (in sostanza una maggiore prontezza e acutezza mentale). Ci sono molte riflessioni che si possono fare su questo articolo, specialmente per operatori nel campo dell’attività fisica adattata. Interessante è notare come una possibile concomitanza di due o più interventi mirati a diverse capacità dell’individuo possano migliorare diversi aspetti del corpo e della mente dell’anziano, senza lasciare da parte le sue capacità.
Questo articolo, insieme agli altri di questo tipo, apre molte prospettive per gli operatori di questo settore e offre interessanti spunti di ricerca.

Referenze

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21741129

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